Piracy Shield va in Tilt, Non Regge l’Urto: Troppi Blocchi
Dopo un inizio cauto la scorsa settimana, questo weekend la piattaforma ha iniziato a fare sul serio, infatti Piracy Shield va in Tilt con le centinaia di richieste di blocco. Troppi blocchi elaborati contemporaneamente hanno sovraccaricato i server, rendendo irraggiungibile il sistema per i provider e gli utenti. È un segnale che gli organi preposti al controllo hanno alzato il tiro, passando dal bloccare singoli domini a interi indirizzi IP per colpire alla fonte la distribuzione delle IPTV pirata. Un approccio più aggressivo che ha però messo in crisi la capacità di Piracy Shield di reggere l’urto. Sarà necessario rafforzare l’infrastruttura se si vuole proseguire su questa strada. Nel frattempo, migliaia di tifosi sono rimasti al buio. Il messaggio è chiaro: la festa pirata quest’anno sarà più difficile.
Piracy Shield Va in Tilt Nel Weekend: Centinaia Di Blocchi Mandano KO La Piattaforma
Nel weekend hai provato ad accedere a Piracy Shield ma non sei riuscito a raggiungere la piattaforma. Il motivo? Troppi blocchi richiesti contemporaneamente hanno mandato in tilt il sistema.
Decine di provider hanno chiesto il blocco di centinaia di indirizzi IP nello stesso momento, saturando il server di Piracy Shield che non era dimensionato per gestire un tale volume di richieste. Il risultato? Irraggiungibilità sia dell’interfaccia pubblica che delle API usate dai provider per comunicare con la piattaforma.
- Rispetto alla prima giornata di utilizzo, dove i blocchi riguardavano perlopiù domini, stavolta sono stati chiesti moltissimi blocchi IP. Segno che l’obiettivo è bloccare la distribuzione delle IPTV illegali alla fonte.
- In totale sono stati chiesti oltre 400 blocchi IP. Tra questi, alcuni appartenenti ad una CDN inglese. Abbiamo contattato la CDN che ci ha confermato il blocco di un loro indirizzo IP, specificando però che il blocco ha riguardato un server specifico e non l’intera rete.
Insomma, il weekend ha rappresentato un banco di prova impegnativo per Piracy Shield, che evidentemente dovrà potenziare il sistema per reggere l’urto di così tante richieste contemporanee ed evitare nuovi tilt che rendono la piattaforma irraggiungibile. I provider dal canto loro dovranno calibrare meglio l’invio dei blocchi per non sovraccaricare il sistema. La strada è ancora lunga, ma il debutto promette bene.
Una Pioggia Di Richieste Di Blocco Mandano in Crisi I Sistemi
Se vuoi che questa piattaforma continui a funzionare, dovrai fornire il necessario.
In primo luogo, un numero adeguato di server per gestire l’enorme carico di lavoro. Parliamo di centinaia di richieste di blocco IP contemporanee che saturano i sistemi. È successo sabato sera, con la piattaforma irraggiungibile sia tramite le API esterne che dal frontend stesso, incapace di elaborare e visualizzare l’elenco dei ticket.
Un provider ci ha inviato uno screenshot inequivocabile: “Impossibile recuperare l’elenco dei ticket”. Questo è accaduto perché chi ha effettuato i controlli sui flussi pirata, rispetto all’approccio timido della prima giornata, ha iniziato a creare decine di ticket chiedendo il blocco di numerosi IP tutti nello stesso momento.
I sistemi automatizzati dei provider, che leggono l’elenco dei ticket, li elaborano e infine inviano al sistema una relazione che conferma il blocco, hanno fatto il resto: migliaia di richieste contemporanee hanno bloccato un server probabilmente non dimensionato per gestire un tale volume di traffico.

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Piracy Shield va in Tilt: Provider E Utenti Infuriati
La scorsa settimana, Piracy Shield ha fatto il suo debutto con il big match Inter Juventus, ma il numero enorme di richieste di blocco ha mandato in tilt la piattaforma durante il fine settimana. Troppi blocchi da elaborare contemporaneamente hanno sovraccaricato il sistema, rendendolo irraggiungibile sia tramite le API esterne utilizzate dai fornitori per gestire i ticket che dal frontend stesso, che non riusciva più a visualizzare l’elenco dei ticket.
Un provider ci ha inviato uno screenshot inequivocabile: “Impossibile recuperare l’elenco dei ticket”. Questo perché chi ha effettuato i controlli sui flussi pirata ha iniziato a creare decine di ticket contemporaneamente, chiedendo il blocco di numerosi indirizzi IP. I sistemi automatizzati dei fornitori, che leggono l’elenco dei ticket, li elaborano e alla fine inviano al sistema una relazione che conferma il blocco, hanno fatto il resto: migliaia di richieste simultanee hanno bloccato un server che probabilmente non era dimensionato per gestire tale quantità di traffico.
Rispetto al debutto, dove i blocchi erano quasi tutti a livello di dominio, questa volta sono stati inseriti molti indirizzi IP, segno che l’intenzione è bloccare la distribuzione dei flussi IPTV piuttosto che lo streaming gratuito indicizzato da Google. In totale, sono stati richiesti più di 400 blocchi IP.
Tra gli IP bloccati ci sarebbero anche indirizzi di proprietà di una CDN inglese. Li abbiamo prontamente contattati per capire se è stata bloccata l’intera CDN, quindi potenzialmente anche siti che non hanno nulla a che fare con la distribuzione di materiale protetto da diritti d’autore. La CDN ha confermato che è stato bloccato uno dei loro indirizzi IP ma non è scesa nei dettagli: “Se contenuti illegali sono ospitati su questo server, agiremo secondo le nostre procedure una volta ricevuto un avviso legale”, ci dicono, aggiungendo che il blocco non ha interessato la
Conclusioni
Ora la sfida è quella di migliorare la scalabilità della piattaforma Piracy Shield per gestire un numero di richieste sempre crescente. Se da un lato i blocchi simultanei di centinaia di indirizzi IP dimostrano l’efficacia del sistema, dall’altro mettono in luce i limiti dell’infrastruttura. Per evitare nuovi blocchi sarà necessario ottimizzare i processi e aumentare le risorse a disposizione. Tu lettore puoi stare tranquillo: i provider stanno collaborando attivamente con AGCOM per rendere Piracy Shield sempre più stabile ed efficace nella lotta alla pirateria, a tutela dei contenuti e di chi ci lavora. La strada è ancora lunga ma i primi risultati fanno ben sperare. Continua a seguirci per rimanere aggiornato sui prossimi sviluppi.
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