Piracy Shield Sta Bloccando

Piracy Shield Sta Bloccando Siti Leciti: I Dubbi Sollevati

Secondo recenti analisi, il sistema Piracy Shield starebbe bloccando numerosi siti web leciti e non collegati alla pirateria. Come evidenziato da alcuni esperti, la piattaforma avrebbe inserito nella propria blacklist ben 15 indirizzi IP di Akamai, il più grande Content Delivery Network del mondo. Anche il professor Stefano Zanero del Politecnico di Milano ha confermato che Piracy Shield starebbe bloccando gli indirizzi di Akamai, Cloudflare e del provider cloud Hetzner, descrivendo tale situazione come “un disastro annunciato”.

Piracy Shield e i blocchi di siti legali

Questa non è la prima volta che vengono segnalati blocchi impropri da parte di Piracy Shield. Già lo scorso febbraio alcuni media avevano riportato la notizia secondo cui Piracy Shield avrebbe bloccato siti web leciti non collegati alla pirateria. Se confermato, un tale comportamento potrebbe arrecare gravi danni economici e di immagine alle aziende colpite e rappresentare un ostacolo per gli utenti nell’accesso a servizi e contenuti legali.

La piattaforma anti-pezzotto promossa dal Governo sembra quindi ancora necessitare di miglioramenti e calibrazioni per evitare blocchi troppo zelanti che colpiscano realtà estranee al fenomeno che si propone di contrastare. È auspicabile che le istituzioni competenti effettuino controlli rigorosi per garantire l’efficacia e la precisione di un sistema così invasivo, limitandone l’impatto su soggetti e servizi leciti. La lotta alla pirateria non può e non deve passare attraverso la limitazione indiscriminata dell’accesso a Internet.

Piracy Shield Sta Bloccando

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Akamai E Cloudflare Nel Mirino: I Principali Provider Coinvolti

Secondo diversi esperti, pare che la piattaforma Piracy Shield abbia erroneamente incluso nella sua lista di blocco numerosi indirizzi IP appartenenti ad Akamai e Cloudflare, tra i principali fornitori di servizi CDN (Content Delivery Network) e DNS (Domain Name System) a livello globale.

Akamai Technologies

Akamai Technologies è leader mondiale nei servizi CDN e di cybersecurity. Gestisce oltre 300.000 server in più di 130 Paesi, garantendo il 25-30% del traffico Internet globale. I servizi di Akamai consentono a migliaia di aziende di migliorare le prestazioni web e di proteggere i propri sistemi da attacchi informatici. L’inclusione dei suoi indirizzi IP nella blacklist di Piracy Shield potrebbe causare danni ingenti, rallentando o bloccando interi siti web e servizi online.

Cloudflare

Anche Cloudflare, tra i principali fornitori di CDN e DNS a livello globale, sarebbe stato colpito dai blocchi di Piracy Shield. Cloudflare gestisce oltre 100 data center in più di 90 città, in tutti i continenti, e il suo network gestisce oltre il 10% del traffico Internet globale. Anche in questo caso, l’erronea inclusione dei suoi indirizzi IP nella lista nera della piattaforma anti-pirateria potrebbe causare rallentamenti e disservizi su vasta scala.

In conclusione, se le segnalazioni degli esperti dovessero rivelarsi fondate, l’eccessivo zelo dimostrato da Piracy Shield nel bloccare presunti indirizzi IP illegali rischia di trasformarsi in un “disastro annunciato” con gravi ripercussioni su aziende, servizi e utenti di tutto il mondo. È quindi auspicabile un rapido intervento di verifica e messa in sicurezza della piattaforma.

Conclusioni

L’implementazione di Piracy Shield è stata affrettata e presenta ancora molti aspetti da migliorare. Sebbene l’intento sia lodevole, il blocco indiscriminato di interi provider come Akamai rischia di compromettere l’accesso a risorse lecite. Le autorità competenti farebbero bene a rivalutare attentamente la lista di indirizzi bloccati, coinvolgendo esperti del settore, per evitare di ledere i diritti degli utenti e danneggiare il libero flusso di informazioni. Un approccio più misurato e selettivo, che protegga realmente i contenuti senza limitare eccessivamente la navigazione, sarebbe auspicabile. L’equilibrio tra sicurezza e libertà è sempre delicato da raggiungere, ma con il giusto dialogo e la volontà di collaborare, una soluzione soddisfacente per tutte le parti può essere trovata.

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